8 Camilos-médicos de los 4 continentes se han encontrado por la segunda vez (la primera fue el 5-7 mayo de 2001, eran 17) para conocerse y proyectar a futuro como vivir de formas nuevas el cuarto voto de asistencia al enfermos incluso si contagioso en epidemias. interesante lo que salió fuera de este encuentro tenido en Madrid el 24 de abril.
a continuación un artículo en italiano de este encuentro. Si alguien quiere la traducción en castellano, la puede pedir y se le ofrecerá (escribir a pmaglioz@med.puc.cl)
8 Partecipanti: P. Pietro Magliozzi (Cile), P. Jaime A. Roa (Filippine), P. Amelio Troietto (Filippine), P. Paul Ouedraogo (Burkina Faso), Fr. Julien Gbaguidi (Benin), P. Marius Yabi (Benin), P. Joseph Khiyaniri (Kenia), P. Marcelo Valentin de Oliveira (Brasil).
2 Presenti: P.Aris Miranda (consultore Maddalena), P. Casimir Guezo (amministratore ospedaliero).
L’incontro è iniziato con una preghiera al Cristo Medico e una introduzione del P. Pietro Magliozzi sull’obiettivo di essere camilliano medico: essere immagine e somiglianza del Cristo medico oltre che Buon Samaritano integrando i due aspetti; poi si è raccontata la storia dal 400 a.C. fino ad oggi dello sviluppo dei consacrati medici e come sono nati i camilliani-medici ricordando il loro primo incontro nel Camillianum di Roma il 5-7 maggio del 2001 al quale parteciparono in 17. Attualmente si contano 25 camilliani medici (di cui 7 ancora studiando o teologia o medicina).
A questo punto si è fatta una auto-presentazione di ciascuno.
Fratel Julien Gbaguidi, del Benin, ha concluso la rassegna. Pediatra vedovo, medico da 40 anni, ha scoperto che i camilliani avevano una scuola per conoscere, capire e aiutare il malato non come una diagnosi e terapia, ma come un vero tesoro, come lo stesso Cristo. La sua vita ripartì da zero con questa nuova visione dell’essere medico. Fu al Camillianum di Roma a studiare e ritornò in Benin dove l’incontro con il “malato che ascolta” e con i familiari è un incontro e un dialogo molto profondo e significativo.
La riunione si è poi concentrata su una domanda del P. Aris: che pensate sulla possibilità di partecipare all’associazione dell’OMS, EMT Emergency medical team?, Si tratta di un gruppo di medici che possono intervenire rapidamente in caso di epidemia. Ciò comporterebbe, ha spiegato P. Aris, una accreditazione del gruppo, una formazione (non si sa di quanto tempo) e poi rendersi disponibili 15 giorni o un mese nel caso imprevisto di una epidemia in qualunque punto del mondo. La lingua non è un problema e nemmeno la validità del titolo di medico.
Il gruppo ha detto che per un religioso camilliano, essere chiamato dall’Ordine a un’attività di questo tipo equivale a quando San Camillo chiamava i religiosi ad andare a servire in una peste, si tratta di mettere in pratica il quarto voto che tutti abbiamo fatto, si tratta di una disponibilità automatica, non di piacere o non piacere, volere o non volere.
Si è fatto notare però il problema dei superiori che favoriscano questa possibilità per i religiosi e il problema della durata della formazione dell’OMS (che non si eccessiva). Si è anche detto che nella formazione generale dei religiosi camilliani (medici o non medici), dovrebbe sempre esserci una formazione alla CTF. P. Aris ha risposto che il 30 aprile inizierà un incontro per preparare un corso CTF in inglese al Camillianum e a dicembre, con una giornata al Camillianum, si diffonderà e farà pubblicità a questo nuovo corso di formazione all’attività CTF.